Hanno detto di
loro....
IL
MUCCHIO SELVAGGIO
n. 300 - 7 aprile 1998
Aldilà di Dalì - "Aldilà di Dalì"
Un po'
di Vinicio Capossela e un po' di Tom Waits, un po' di Bruno Martino e un
po' di Randy Newman, senza scordare divagazioni sul tema che,
impensatamente, lambiscono le sonorità della Dave Matthews Band.
Prerogative, quelle elencate, che compongono le avances degli Aldilà di
Dalì, piccolo prodigio metropolitano (milanese, per l'esattezza) che da
qualche tempo ha pubblicato l'omonimo album di debutto (pare che stiano
lavorando già a una coda), cui, fra l'altro, è seguito un recital
teatrale, titolato "Cosa cambia", che ha fatto da lieto epilogo
a quanto compiuto fino a ora.
Ciò che colpisce principalmente è la sottigliezza strumentale del
quartetto, di decisa impostazione jazz-cantautorale, e l'approccio di
songwriting e d'esecuzione di Gipo Gurrado, che con brani come "Ci
penso un po'", "Cosa vuoi che sia", "Immortale" e
"Novunque" s'impone come fine giostratore di deja-vu da
chansonier senza cadere negli stereotipi spesso imposti a chi segue certe
vie.
In ultimo, piace segnalare l'unico episodio non di Gurrado (anche se
cantato da lui), "Danza per me", redatto dal sassofonista
Lorenzo Mondinari, che per estro sembra uscire da quel "All'una e
trentacinque circa" che nel 1990 rivelò il talento di Capossela.
Vale al pena avvicinarli.
Cico Casartelli
IL
MUCCHIO SELVAGGIO
n. 384 - 15 febbraio 2000
Aldilà di Dalì - "Dorinavanti"
Quattro
anni di attesa e finalmente gli Aldilà di Dalì concedono il bis, dando
seguito all'omonimo esordio che accese stuzzicanti fantasie nel nome di
una musica idealmente capace di unire Avion Travel e Tom Waits, Dave
Matthews Band e Vinicio Capossela. Come il suo predecessore, Dorinavanti
è registrato in uno studio-culto del giro jazz meneghino: lo storico
Murec, dove ha inciso anche Dizzy Gillespie.
Il quintetto onora quelle mura con un'opera dai forti sapori retrò, dove
a brillare sono la scrittura poetica dei brani e la cura con cui essi sono
arrangiati (non mancano voci extra - i Soul Whispers - e interventi di
archi e di fiati assortiti). Ne derivano episodi dal forte impatto che si
inquadrano nell'ambito della musica d'autore come ad esempio "Mare
mosso", forse il più riuscito sul piano musicale e letterario
("Mare mosso che smuove da dentro / i pensieri che ho detto / vento
forte che scuote dal fondo / le parole che ho scritto").
Dorinavanti può comunque vantare altre notevoli impennate con
"Portiere volante", bel racconto di memorie d'infanzia proposto
con grande dispiego strumentale tra fiati e archi; con "Pedalo
seduto", il quale regala sensazioni di clautrofobico lirismo; oppure
con "Ci indoviniamo appena", altro lungo momento di grande
ispirazione ("No non accender la luce / restiamo nell'ombra meglio
così / ci immaginiamo più a fondo / restiamo nell'ombra / ci
indovianiamo appena"), sulle ali di un suono dotato di un mood degno
della
Dave Matthews Band (grande passione del frontman Gipo Gurrado). A chiudere
il cerchio dell'album merita un'ultima citazione il cortometraggio in
musica "Gatto rotto", dove gli Aldilà di Dalì ospitano la
rauca voce di Folco Orselli (leader de La Compagnia dei Cani Scossi), che
aggiunge un estroso tocco a metà tra Tom Waits e Louis Armstrong.
Cico Casartelli
ROCKSTAR
- n. 3 marzo 1997
Aldilà di Dalì - "Aldilà di Dalì"
L'inconcludenza
è una virtù che la scena musicale italiana conosce poco. O si vendono
vagoni di dischi, o si caccia il proprio nome nei crediti di qualche pezzo
di San Remo. Al di fuori di queste due possibilità non resta che
viaggiare ai margini del mercato.
La qual cosa fanno con grande estro gli Aldilà di Dalì, piccola cultband
milanese meravigliosamente demodé, ben conoscuta nei locali della città
ma all'esordio su supporto fonografico. Come il nome stesso della band
anticipa, gli Aldilà di Dalì giocano con le parole e con le atmosfere
musicali, assodano il proprio inguaribile istinto di oziosi dello swing.
Tra gli Everything But The Girl degli esordi, Paolo Conte e Vinicio
Capossela, la band naviga in balia della propria creatività sregolata e a
tratti tracimante. Non mancano ironia, gusto letterario (pur se con
qualche ingenuità) e sprattutto grande sensìbilità di arrangiatori:
sulla base rtitmica si innestano intarsi di sax, armonica, violino,
flauto, in un mini musical dei sentimenti, una sorta di viaggio naif nelle
utlime briciole di poesia metropolitana.
In alcuni episodi gli ADD si lasciano prendere la mano, cedono alla
tentazione di mettere tutte le idee che hanno nel poco tempo a loro
disposizione, finendo con l'essere un po' prolissi. Ma questo, insieme a
qualche caduta di tono sauul piano letterario, lo si concede volentieri a
chi porta una boccata d'ossigeno alla musica d'autore nazionale.
Alex Adami
ROCKSTAR
- n. 3 marzo 2000
Aldilà di Dalì "Dorinavanti"
(Venus)
Un
notevole episodio di musica d'autore finora ignorata
Gli Aldilà di Dalì rappresentano la più grande scommessa persa della
musica d'autore italiana. Senza nulla togliere agli Avion Travel o ai
Quintorigo, peraltro anch'essi largamente deficitari alla voce
"vendite". Gli Aldilà di Dalì, giunti al secondo album (il
primo, uscito quattro anni fa, portava il loro nome), uniscono la poetica
jazz di Vinicio Capossela all'ironia della miglior scuola lombarda: quella
che, per intenderci, ispirò la compagnia dell'Elfo e la trilogia di
Salvatores.
Brani come "Portiere Volante", dedicata allo scottante tema
delle oramai lontane pertite a calcio tra amici, sono vere e proprie gemme
d'autore. La band è maturata sia dal punto di vista tecnico, sia da
quello espressivo, grazie anche all esperienze live, costruite sulla
fusione tra commedia teatrale e concerto vero e proprio.
Nonostante tutto questo, il seconod album degli Aldilà di Dalì è
autoprodotto (pur se commercializzato da una grande casa di
distribuzione). Gli arrangiamenti sono di ricchezza e vitalità rare, con
gran profusione di fiati, archi e intere corali: un altro esempio di
miopia dei nostri discografici, che continuano a investire su prodotti di
nessun valore.
Alex Adami
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