Quadrato Magico

Sabato 7 dicembre 2002

Aldilà di Dalì

in concerto

Teatro "PG Frassati" Regoledo di Cosio (SO) - ore 21.30
(Come arrivarci)

presentano il loro ultimo cd "Dorinavanti"

(www.aldiladidali.it)

ingresso 8 euro


Hanno detto di loro....

IL MUCCHIO SELVAGGIO
n. 300 - 7 aprile 1998

Aldilà di Dalì - "Aldilà di Dalì"

Un po' di Vinicio Capossela e un po' di Tom Waits, un po' di Bruno Martino e un po' di Randy Newman, senza scordare divagazioni sul tema che, impensatamente, lambiscono le sonorità della Dave Matthews Band. Prerogative, quelle elencate, che compongono le avances degli Aldilà di Dalì, piccolo prodigio metropolitano (milanese, per l'esattezza) che da qualche tempo ha pubblicato l'omonimo album di debutto (pare che stiano lavorando già a una coda), cui, fra l'altro, è seguito un recital teatrale, titolato "Cosa cambia", che ha fatto da lieto epilogo a quanto compiuto fino a ora.

Ciò che colpisce principalmente è la sottigliezza strumentale del quartetto, di decisa impostazione jazz-cantautorale, e l'approccio di songwriting e d'esecuzione di Gipo Gurrado, che con brani come "Ci penso un po'", "Cosa vuoi che sia", "Immortale" e "Novunque" s'impone come fine giostratore di deja-vu da chansonier senza cadere negli stereotipi spesso imposti a chi segue certe vie.

In ultimo, piace segnalare l'unico episodio non di Gurrado (anche se cantato da lui), "Danza per me", redatto dal sassofonista Lorenzo Mondinari, che per estro sembra uscire da quel "All'una e trentacinque circa" che nel 1990 rivelò il talento di Capossela.
Vale al pena avvicinarli.

Cico Casartelli

IL MUCCHIO SELVAGGIO
n. 384 - 15 febbraio 2000

Aldilà di Dalì - "Dorinavanti"
Quattro anni di attesa e finalmente gli Aldilà di Dalì concedono il bis, dando seguito all'omonimo esordio che accese stuzzicanti fantasie nel nome di una musica idealmente capace di unire Avion Travel e Tom Waits, Dave Matthews Band e Vinicio Capossela. Come il suo predecessore, Dorinavanti è registrato in uno studio-culto del giro jazz meneghino: lo storico Murec, dove ha inciso anche Dizzy Gillespie.

Il quintetto onora quelle mura con un'opera dai forti sapori retrò, dove a brillare sono la scrittura poetica dei brani e la cura con cui essi sono arrangiati (non mancano voci extra - i Soul Whispers - e interventi di archi e di fiati assortiti). Ne derivano episodi dal forte impatto che si inquadrano nell'ambito della musica d'autore come ad esempio "Mare mosso", forse il più riuscito sul piano musicale e letterario ("Mare mosso che smuove da dentro / i pensieri che ho detto / vento forte che scuote dal fondo / le parole che ho scritto").

Dorinavanti può comunque vantare altre notevoli impennate con "Portiere volante", bel racconto di memorie d'infanzia proposto con grande dispiego strumentale tra fiati e archi; con "Pedalo seduto", il quale regala sensazioni di clautrofobico lirismo; oppure con "Ci indoviniamo appena", altro lungo momento di grande ispirazione ("No non accender la luce / restiamo nell'ombra meglio così / ci immaginiamo più a fondo / restiamo nell'ombra / ci indovianiamo appena"), sulle ali di un suono dotato di un mood degno della

Dave Matthews Band (grande passione del frontman Gipo Gurrado). A chiudere il cerchio dell'album merita un'ultima citazione il cortometraggio in musica "Gatto rotto", dove gli Aldilà di Dalì ospitano la rauca voce di Folco Orselli (leader de La Compagnia dei Cani Scossi), che aggiunge un estroso tocco a metà tra Tom Waits e Louis Armstrong.

Cico Casartelli

ROCKSTAR - n. 3 marzo 1997

Aldilà di Dalì - "Aldilà di Dalì"

L'inconcludenza è una virtù che la scena musicale italiana conosce poco. O si vendono vagoni di dischi, o si caccia il proprio nome nei crediti di qualche pezzo di San Remo. Al di fuori di queste due possibilità non resta che viaggiare ai margini del mercato.

La qual cosa fanno con grande estro gli Aldilà di Dalì, piccola cultband milanese meravigliosamente demodé, ben conoscuta nei locali della città ma all'esordio su supporto fonografico. Come il nome stesso della band anticipa, gli Aldilà di Dalì giocano con le parole e con le atmosfere musicali, assodano il proprio inguaribile istinto di oziosi dello swing.

Tra gli Everything But The Girl degli esordi, Paolo Conte e Vinicio Capossela, la band naviga in balia della propria creatività sregolata e a tratti tracimante. Non mancano ironia, gusto letterario (pur se con qualche ingenuità) e sprattutto grande sensìbilità di arrangiatori: sulla base rtitmica si innestano intarsi di sax, armonica, violino, flauto, in un mini musical dei sentimenti, una sorta di viaggio naif nelle utlime briciole di poesia metropolitana.

In alcuni episodi gli ADD si lasciano prendere la mano, cedono alla tentazione di mettere tutte le idee che hanno nel poco tempo a loro disposizione, finendo con l'essere un po' prolissi. Ma questo, insieme a qualche caduta di tono sauul piano letterario, lo si concede volentieri a chi porta una boccata d'ossigeno alla musica d'autore nazionale.

Alex Adami

 

ROCKSTAR - n. 3 marzo 2000

Aldilà di Dalì "Dorinavanti"
(Venus)

Un notevole episodio di musica d'autore finora ignorata

Gli Aldilà di Dalì rappresentano la più grande scommessa persa della musica d'autore italiana. Senza nulla togliere agli Avion Travel o ai Quintorigo, peraltro anch'essi largamente deficitari alla voce "vendite". Gli Aldilà di Dalì, giunti al secondo album (il primo, uscito quattro anni fa, portava il loro nome), uniscono la poetica jazz di Vinicio Capossela all'ironia della miglior scuola lombarda: quella che, per intenderci, ispirò la compagnia dell'Elfo e la trilogia di Salvatores.

Brani come "Portiere Volante", dedicata allo scottante tema delle oramai lontane pertite a calcio tra amici, sono vere e proprie gemme d'autore. La band è maturata sia dal punto di vista tecnico, sia da quello espressivo, grazie anche all esperienze live, costruite sulla fusione tra commedia teatrale e concerto vero e proprio.

Nonostante tutto questo, il seconod album degli Aldilà di Dalì è autoprodotto (pur se commercializzato da una grande casa di distribuzione). Gli arrangiamenti sono di ricchezza e vitalità rare, con gran profusione di fiati, archi e intere corali: un altro esempio di miopia dei nostri discografici, che continuano a investire su prodotti di nessun valore.

Alex Adami